L'eolico si farà e i ricorsi partiranno, ma persistono molti dubbi.

La regione con la delibera di Giunta del 7 febbraio ha autorizzato il progetto che vedrà la costruzione di 7 pale eoliche sul crinale appenninico fra Vicchio e Dicomano. Una decisione scontata dopo il via libera della conferenza dei servizi. L'approvazione della politica però dovrà confrontarsi adesso con chi si oppone a questo tipo di progetto.

I dubbi sul progetto.

Il luogo prescelto per la realizzazione del progetto è stato fin da subito criticato. Lontano da vie di accesso carrabili, lontano dalla rete elettrica esistente, risulta il meno accessibile sia dalla parte toscana che dalla parte romagnola. Per arrivarci infatti sono previste pesanti opere di stravolgimento del territorio con un percorso che partendo dall’uscita A1 di Barberino, supera i 50km di strade strette attraverso cinque comuni del Mugello.

L'impatto ambientale sarà pesante, con nove ettari di bosco che verrà convertito in zona di produzione energetica industriale e mai più riconvertito. L'opera sembra non lasciare interpretazioni sul suo impatto in una zona incontaminata. Persistono anche i dubbi sull'impatto sulla fauna, sul sistema di scolo delle acque e sulla permeabilità del terreno. Tutti aspetti che sono rimasti irrisolti nonostante le numerose sedute della conferenza dei servizi. 

La delicata micro economia delle zone intorno all'impianto sarà completamente stravolta; si pensi alle azienda agricole, agli agriturismi, ai numerosi percorsi naturalisti e ai recenti investimenti nei famosi "cammini" che tendono a convergergere proprio in quella zona.

Cittadini completamente ignorati dalle amministrazioni. Il progetto viene reso noto intorno a novembre 2019, un progetto complesso e presentato già per intero al vaglio della Regione Toscana alla fine delle stesso anno. Nella campagna elettorale delle amministrative del maggio 2019, pochi mesi prima, nessuna forza politica ha accennato a questo tipo di intervento. Possibile che nessuno ne fosse a conoscenza? Gli incontri con la cittadinanza, che si contano sulle dita di una mano, sono stati si impostati sulla spegazione del progetto, ma si è sempre avuto l'impressione che la decisione politica fosse stata presa già alla prima richiesta del proponente nel giugno del 2019.

La realizzazione dell’impianto è su proposta di una multiutiliy del Comune di Verona con bilanci da multinazionale. Il profitto dell’impianto quindi, sfruttando il territorio del Mugello, andrà ad aumentare gli utili della partecipata di Verona, lasciando a chi dovrà sostenere l’impatto e i disagi della costruzione pochi spiccioli. L’impostazione del progetto viene fatta sui ricavi, non sulla ponderazione della convenienza ambientale.

Le opere di compensazione, normate per legge dal 2012 per evitare che le amministrazioni locali si calino i pantaloni sotto una pioggia di soldi spianando la strada alle richieste dei proponenti, risultano lo stesso fondamentali e decisive nelle piccole realtà come i comuni di Vicchio e Dicomano. Le convenzioni private fra il proponente e i comuni, oltre a risultare ai limiti della suddetta norma, sono l’esempio di come ancora, grazie all’incentivo dei denari, si mettano da parte la tutela dei propri cittadini e le funzioni di controllo del territorio.

Ma oltre ai comitati, alle associazioni di liberi cittadini, partiti politici, ed enti, il no più forte arriva dalla Soprintendenza di Firenze.  Confermando tutte le perplessità espresse in conferenza dei servizi, adesso annuncia la volontà di ricorrere presso la presidenza del Consiglio dei Ministri. Ecco di seguito le parole del soprintendente Pessina sulla pagine della Repubblica Firenze:

"L'elemento fondamentale è stato un sopralluogo condotto con i miei funzionari e i carabinieri forestali» spiega Pessina. «Per il trasporto degli enormi segmenti delle turbine sarà necessario creare strade per consentire agli autoarticolati gli spazi di manovra, con il taglio di tantissimi alberi. Una ferita grave dove oggi ci sono sentieri che domani potrebbero diventare larghe strade asfaltate. E un progetto di qualità, ma l'impatto sarebbe negativo, per questo siamo intenzionati a ricorrere presso la presidenza del Consiglio dei Ministri”

Le strade dei ricorsi.

La soprintendenza ricorrerà al Consiglio dei Ministri entro 10 giorni dalla data della delibera. Le osservazioni della soprintendenza di Firenze saranno esaminate direttamente dal Ministero della Cultura e dal Ministro Franceschini, che dovrà esprimersi sulla fattibilità del progetto. Per questa procedura i tempi saranno brevi, circa 10 giorni. Il Ministero potrà rigettare il ricorso oppure accettarlo, con anche la facoltà di riaprire il procedimento autorizzatorio unico regionale. 

Percorso più lungo per le associazioni contrarie invece,che avranno tempo indicativamente fino al 30 marzo per presentare ricorso al TAR. Essendo un ricorso amministrativo, sarà presentato da Italia Nostra che farà da capofila a tutte le associazioni coinvolte.Nel ricorso saranno evidenziate tutte le incongruenze amministrative riscontrate nel procedimento istruttorio del progetto.

Intanto i lavori potrebbero già partire anche se, come dichiarato da l’Ing. Giusti di Agsm Aim, sarà il 2023 l’anno prescelto per la realizzazione dell’impianto.

Le parole dei sostenitori.

Piena soddisfazione di Monia Monni Assessore regionale all’ambiente:

“Questa scelta  è coerente con i Piani europei, con quelli nazionali e con lo spirito del Pnrr, che sostiene l’abbandono delle fonti fossili a favore delle energie rinnovabili. Inoltre contribuirà a tagliare le emissioni di CO2 di circa 40 mila tonnellate l’anno”. “L’impianto genererà almeno 80 milioni di kWh annui, sufficienti a soddisfare un fabbisogno di energia elettrica ad uso civile di circa 100 mila persone, con solo 7 aerogeneratori, grazie alla loro alta producibilità resa possibile dal progresso tecnologico del settore. L’iter di approvazione ha visto coinvolti tutti i soggetti interessati, con momenti di partecipazione diretta dei territori e dei cittadini. “

https://www.toscana-notizie.it/-/impianto-eolico-monte-giogo-di-villore-arriva-il-via-libero-al-progetto

Ottime notizie anche secondo i sindaci direttamente interessati, che fin dall’inizio si sono resi aperti a questo tipo di intervento e che si assicurano introiti considerevoli per le proprie amministrazioni:

“Le energie rinnovabili, come l’eolico, sono un’alternativa concreta per invertire la tendenza: meno CO2, più energia ma meno cara e più pulita per cittadini ed imprese”

puntualizza Carlà Sindaco di Vicchio

“Sotto il profilo tecnico, come emerge dall’atto regionale, l’impianto non mette a rischio l’ecosistema dell’Appennino. C’è stato un confronto serio e approfondito in tutto l’iter della Conferenza dei Servizi, nella quale abbiamo chiesto precise garanzie, riguardo alla tutela ambientale ma anche nei confronti dei cittadini.”

Conclude Passiatore Sindaco di Dicomano

https://met.cittametropolitana.fi.it/news.aspx?n=350982&fbclid=IwAR2Ik8a7AtZyeOx_0V33EIyGPJmMLtB5o8qMbkI3gMNmHYzPXsDhUDOu4R0

 

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