Consiglio Comunale di Vicchio nell'epoca del fascismo social.
« quando un'associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista. »
Estratto legge Scelba
Capita certi giorni, in verità in molti, di trovare fra le timeline di vari social continui richiami, velati o meno, a periodi che l'Italia e il suo popolo avrebbe dovuto bandire per sempre. Esistono varie pagine su Facebook, per esempio, dove chiunque può sfoggiare il suo orgoglio patriotico a suon di busti mussoliniani, bracci tesi o fantomatiche commemorazioni di eroi repubblichini. Se ne trovano veramente tante, basta farsi un giro sulla pagina "Benito Mussolini" oppure su "I Giovani Fascisti Italiani", per trovarsi davanti a migliaia di commenti e post inneggianti al duce e al fascismo. Dal classico "Me ne frego" al più moderno "Essere fascista non è reato", oppure al nostalgico e malinconico "29 Luglio 1883, buon compleanno Duce".
Capita meno spesso però, o per meglio dire capitava meno spesso, di intercettare nei social questi tipi di commenti o post da parte di consiglieri comunali in carica, con posto in prima fila nella democrazia del paese di Vicchio che poco più di dieci anni fa veniva onorificato con la medadaglia d'argento al valor civile: “[...] Piccolo centro di montagna, durante l’ultimo conflitto mondiale, ospitò i primi nuclei di Resistenza armata e partecipò attivamente alla lotta di Liberazione, pagando un notevole tributo di vite umane e di danni materiali. Ammirevole esempio di coraggio, di spirito di libertà e di amor patrio. 1943-1945”.
Oltre che alla legge Scelba, sarebbe opportuno che almeno chi siede in saletta comunale abbia rispetto di tutti quei vicchiesi morti fra il 1943 e il 1945 nelle stragi di Barbiana, Padulivo e Campo di Marte, oltre a tutti coloro che hanno perso persone care, per difendere la libertà anche di persone che probabilmente non si rendono neanche conto di essere fuori dalla Storia e dalla Democrazia.
Commenti
Purtroppo non è la prima
Comunque è un fiorire di
Pagine
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