Il segretario del PD Simone Lazzerini risponde alla lettera di Celli.
E’ con vivo dispiacere che mi vedo costretto a replicare alla lettera di Stefano Celli.
Mi dispiace anzitutto perché Stefano è un amico con cui ho condiviso tante vicende politiche e proprio per questo mi stupiscono scelte e ragionamenti che mi appaiono estranei ad una cultura di lunga militanza partitica come la sua. Mi dispiace ancora di più perché leggo delle cose che, alla faccia della tanto sbandierata trasparenza, non sono vere e hanno l’unico scopo (neanche tanto nascosto…) di portare via voti al PD, punto e basta. Ovviamente contendersi i voti in campagna elettorale è più che legittimo, quando si sta su fronti diversi. Ma proprio questo è il punto: occorre chiarezza nel precisare da che parte si sta, sennò la gente non ci capisce più nulla! Ma andiamo con ordine e cominciamo dall’ipotetica svolta centrista del PD di Vicchio. Questa svolta campeggia solo nelle parole di Stefano Celli, che probabilmente non ha neppure letto il nostro programma (e comunque non spiega minimamente dove stia in concreto il centrismo…). Non credo che lui si riferisca al fatto che il candidato sindaco eletto dalle primarie ha un passato nella DC, né al fatto che il sottoscritto, segretario del PD, ha un passato nella Margherita. Per quanto mi riguarda, io credo che il PD sia qualcosa di nuovo e di propositivo verso il futuro. Se uno dovesse misurare la “sinistrezza” o più in generale la validità del progetto politico del PD dal nome dei suoi dirigenti, o peggio ancora decidesse che il PD va bene solo se i suoi capi e rappresentanti sono ex DS, vorrebbe dire che del PD non ha capito nulla. Ma, ripeto, sono convinto che non è questa la posizione di Stefano, semmai è solo un’argomentazione allusiva che può essere usata per fare facile presa su qualche vecchio diessino disorientato. Lui cita esplicitamente, invece, la lista dei nostri candidati. Ebbene, chiunque conosca un minimo la realtà giovanile di Vicchio, non si sognerebbe mai di definire centrista una lista in cui sono presenti ragazzi come Lorenzo Petti, Marco Gasparrini, Carlotta Tai, Massimo Pasi, Elena Ganassi, Riccardo Santoni, Teresa Bonanni. O si fa per scherzare?
Un altro punto da chiarire riguarda le vicende del PD subito dopo le primarie. Io come segretario ho affrontato una fase difficilissima per tenere unito un partito che, nessuno lo nega, era piuttosto malconcio. C’erano tensioni e paure, da più parti, ma io non ho visto nessuna occupazione (del resto la presenza di esterni alle nostre riunioni c’era sempre stata ed era tollerata). Ho trovato invece tante persone che mi hanno aiutato (sia nuovi che vecchi). Nel giro di poche settimane il clima nel direttivo si è rasserenato, la presenza dei cosiddetti “tifosi” si è azzerata e la vita del partito è tornata alla normalità. Ma questo non lo può sapere chi nel frattempo ha deciso di andarsene. E infatti è proprio questo il nodo della questione. Le scelte di percorso politico sono tutte legittime, ma è scorretto che chi abbandona un partito si attribuisca la patente di legittimo interprete del partito stesso o anche solo di una sua possibile linea politica. Ho già spiegato a Stefano che il fatto lui abbia ancora la tessera del PD in tasca è un fatto puramente formale. Il fatto sostanziale è che come in ogni partito serio chi si candida contro è fuori, punto e basta. Questa è la linea del partito a tutti i livelli (come può ben confermare la federazione provinciale). A Vicchio, Stefano lo sa, il direttivo del partito ha deciso all’unanimità il 20 febbraio (appena 5 giorni dopo le primarie) che chiunque si fosse candidato contro il PD, si sarebbe automaticamente autoescluso dal partito. Perciò Stefano è fuori dal PD e non perché qualcuno lo ha cacciato ma perché lui ha deciso così.
Io sono il segretario di un partito che vuole portare la gente a partecipare alla vita politica del proprio paese. Non sono un buttafuori e quindi non butterò mai fuori nessuno da nessun luogo. Sarà il comitato dei garanti provinciale del PD e fare gli inevitabili passi formali. Quando il PD farà il suo congresso, a Vicchio come altrove, chi è rimasto dentro dirà la sua a pieno titolo, gli altri parleranno da fuori. Chi crede nel PD e vuole dire la sua, sta dentro, collabora, si esprime e critica i dirigenti se e quando vuole (garantisco che è un’arte tutt’oggi molto praticata!). Ma nel momento elettorale si sta tutti uniti, su tutta la filiera, su tutti i fronti. E’ sempre stato così, in tutti i partiti e noi non siamo nati ieri! Per concludere mi preme sottolineare la generosità e la correttezza di tutti quei compagni che, quando la barca è stata in difficoltà, anziché abbandonarla sono rimasti al loro posto a lavorare con passione e fatica per il PD e per le idee in cui crediamo. A loro dedicherò la nostra vittoria.
Simone Lazzerini – segretario PD Vicchio – 29/05/2009
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