"Politici come materia prima" - Sull'eolico ci scrive ancora Tommaso Capasso
Ancora il punto di vista di Tommaso Capasso che ci scrive di nuovo.
Ecco la lettera arrivata alla nostra mail:
L’ IMPIANTO INDUSTRIALE EOLICO SUL GIOGO DI VILLORE E LE REGOLE DEMOCRATICHE
Il Mugello. Carlo Magno, in un diploma dell’anno 801 alla famiglia Ubaldini, lo chiamava «gioioso paese». Lo storico Brocchi, nel 1747, lo definiva «vaga e deliziosa provincia». Emanuele Repetti, autore del “Dizionario geografico, fisico, storico della Toscana”, lo definiva «paradiso terrestre della Toscana». Lino Chini, in “Storia antica e moderna del Mugello», lo definisce «illustre contrada d’Italia», per poi aggiungere, poco oltre, che tutti i monti che gli si levano intorno sono «fortezza e ornamento».
Tutto questo risuona nelle orecchie di qualcuno che vuole trasformare i crinali del Mugello nella camera di servizio di una certa società di Verona?
Purtroppo riteniamo che non gli risuoni per niente, visto come hanno aperto le porte e infranto le regole, fossero anche quelle non scritte, nel far accedere i rappresentanti di quella società alla Commissione Paesaggistica del Comune di Vicchio, che doveva dare il suo parere sulla fattibilità del progetto.
È come se, in un procedimento giuridico, una delle parti in causa, completamente extra-legem, avvicini il giudice per spiegargli in via confidenziali le sue ragioni.
Siamo a questi livelli! E l’azione viene anche gaiamente rivendicata! Ma come gira il mondo? Tappeti rossi a chi aggredisce l’ambiente e manganellate a chi lo difende?
Quando si dice che ormai la politica è asservita ai poteri dell’industria e della finanza, si vuole dire proprio questo, nient’altro. Stiamo assistendo, nel nostro territorio, ai primi segnali di rottura delle regole democratiche, in coincidenza con il promesso arrivo di tanti, tanti soldi.
Sembra proprio che i politici siano diventati, e si fanno trattare, non si sa perché, alla stregua di una “materia prima” come le altre. Una risorsa da manipolare e da spremere.
(Ma c’è sempre da sperare che il sole tra i rami, un cespuglio lilla, le cime degli alberi, un colchico occhieggiante tra le foglie, un grillo che non tace, o un sussulto di dignità e coscienza, possano convertire qualcuno sulla strada di Damasco. Ovverosia sulla strada che conduce da qui al 16 marzo, data in cui si pronuncerà la Conferenza dei Servizi).
Tommaso Capasso
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