Eolico - Preoccupa l’aspetto geologico e ambientale
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Pubblichiamo un resoconto inviato dalle associazioni promotrici dell'incontro di sabato 15 febbraio scorso, tenutosi al Centro Civico di Vicchio (articolo qui):
La giustizia e il Crinale
Eolico Villore, prossima sentenza di appello le associazioni fanno il punto.
L’aspetto Geologico e Ambientale al centro del dibattito
Nell’attesa che giovedì 27 Febbraio si tenga l’udienza al Consiglio di Stato in merito ai ricorsi presentati da Italia Nostra e Cai e dal Comune di San Godenzo contro l’impianto eolico industriale in costruzione sul Giogo di Villore, nei territori di Vicchio e Dicomano, Sabato 15 Febbraio al centro civico di Vicchio le due associazioni hanno fatto il punto su oltre 5 anni di attività, supportate anche da tanti cittadini, amministratori e rappresentanti di altre realtà, presentando anche i possibili scenari futuri sviluppi.
Nella loro battaglia Italia Nostra e Cai sono stati supportati dal “Gruppo Osservazioni” dove sono presenti varie associazioni e gruppi locali.
Secondo i legali Piera Sommovigo e Marco Grondacci, che hanno seguito la presentazione del ricorso per Italia Nostra e Cai hanno spiegato nel dettaglio i vizi procedurali e di merito contestati e che, se fino a un anno fa nella giurisprudenza c’era una tendenza molto negativa rispetto a questi ricorsi, adesso si tende a tenere conto sia del bene comune rappresentato dalla transizione energetica, sia di quello della tutela ambientale e del paesaggio.
Gli avvocati dopo aver spiegato le motivazioni a supporto del ricorso al Consiglio di Stato per annullare la sentenza di primo Grado e hanno risposto alle domande dei cittadini presenti.
"Al Consiglio di Stato – afferma Leonardo Rombai, presidente di Italia Nostra Firenze – diremo che è un progetto sbagliato, e in quella sede evidenzieremo una delle maggiori criticità del processo autorizzativo, che è al centro del ricorso, cioè l'avvenuta esclusione e non presa in considerazione del parere negativo del Parco delle Foreste Casentinesi. In questo modo è stata aggirata una valutazione seria dei potenziali danni agli ecosistemi del progetto, per evitare di correre il rischio che sia considerato invece un modello da riproporre su tutto il territorio toscano, anche alla luce della recente proposta di legge regionale sulle aree idonee agli impianti per le energie rinnovabili".
Durante la serata l’intervento che ha colpito e allarmato di più i presenti, è stato l’intervento del Geologo Marco Bastogi, che ha esposto e comparato le cartografie relative alla stabilità dei versanti redatte dai diversi enti pubblici correlandole agli interventi previsti dal progetto autorizzato.
Nella sua esposizione è chiaramente emerso come non vi sia stato un sufficiente e serio approfondimento delle condizioni del territorio interessato ai lavori, aspetto questo che andrà a impattare sia per quanto riguarda il posizionamento delle pale e soprattutto per quanto riguarda la costruzione della strada di accesso al crinale e la modifica di quella esistente, dal bivio della SS 67 fino a Corella.
L’analisi superficiale effettuata dai proponenti, potrebbe mettere a rischio l’incolumità dei passanti e degli operatori essendo la zona fragilissima dal punto di vista geologico e mancando le necessarie opere di consolidamento e bonifica delle già precari condizioni dei versanti.
A detta di molti la relazione del geologo è risultata veramente inquietante specialmente quando l’atteggiamento apatico delle amministrazioni coinvolte è stato paragonato, per gli aspetti procedurali, a quanto accadde per la diga nel Vajont e che ancora oggi emerge in tante situazioni per le quali dobbiamo interferire con il territorio.
Spesso i dati utilizzati per la progettazione geotecnica (specie quando risultano estremamente pochi come nel caso in questione) vengono riveduti come più sembra conveniente, è il caso del parametro che controlla la rottura di un terreno o della roccia che lievita a valori decisamente poco credibili fisicamente si tratta di parametri geotecnici essenziali per poter effettuare le analisi di stabilità come anche per affrontare la progettazione geotecnica e se mal utilizzati possono portare a conclusioni fuorvianti sulla stabilità che nella realtà sono poco probabili mettendo, conseguentemente, a repentaglio la sicurezza di chi frequenta questi territori.
La serata si è conclusa con la riflessione delle associazioni “Fino ad oggi abbiamo fatto il possibile, ora non resta che attendere l’esito dell’udienza al Consiglio di Stato”.
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